sabato 25 aprile 2020

STEP #11 NELLA PANDEMIA



Il Covid-19 ha saputo stravolgere le dinamiche mondiali mutando profondamente in pochi mesi l'assetto produttivo, sociale ed economico. Uno dei molti cambiamenti apportati al nostro quotidiano è l'uso delle mascherine; lo scopo di questo post è fornire qualche approfondimento su queste ultime, che saranno nostre compagne di vita per un bel po' di tempo.

ATTENZIONE per qualsiasi dubbio sul COVID-19 consulta la pagina del ministero della salute raggiungibile al seguente link:
http://www.salute.gov.it/portale/nuovocoronavirus/dettaglioContenutiNuovoCoronavirus.jsp?lingua=italiano&id=5337&area=nuovoCoronavirus&menu=vuoto




SONO UTILI?
C'è da dire che l'utilizzo di queste misure precauzionali è molto discusso sia sul metodo d'impiego che sull'effettiva protezione che possono fornire, in aggiunta non esistono disposizioni nette da parte di alcun ente, sanitario o governativo, che chiariscono definitivamente la questione: in linea generale è consigliabile in contesti di alta presenza del virus (quindi strutture sanitarie o in casa se si cura un parente contagiato) e se si pensa di averlo contratto. Per capire qual'è l'effettiva protezione della mascherina è necessario comprendere come agiscono: ufficialmente il virus non si diffonde per via aerea, ma tramite la saliva e le mucose quindi la mascherina funge da barriera fisica fra il contaminante che potrebbe essere espulso dalla persona e l'ambiente circostante. Tuttavia recenti studi hanno rilevato la presenza del coronavirus in campioni di particolato pm10, e quindi la capacità di legarsi all'inquinante; ciò detto non è ancora stata provata la possibilità che il virus possa diffondersi grazie al pm10. Un altro fattore che incide nettamente sulla loro efficacia è come le indossiamo, a tal proposito consigliamo questo articolo de La Stampa che fornisce le indicazioni corrette per metterle correttamente.
Riportiamo anche un video tutorial sulla mascherina chirurgica, la tipologia più diffusa:




TIPOLOGIE
Ne esistono di vario genere:
1. Semplici
Sono pensate per uso domestico ed aziendale o comunque dove non vige un obbligo d'indossarle, per tanto non devo avere alcuna certificazione.

2. Chirurgiche
Trattasi delle classiche mascherine appunto utilizzate in chirurgia, presentano una certificazione CE ma sono auto certificate dal produttore, non proteggono l'indossatore ma gli altri.

3. Filtranti
Sono costituite da un tessuto filtrante che a seconda della certificazione arrivano a filtrare fino al 99% di qualsiasi sostanza dannosa. Hanno l'obbligo di certificazione CE e specifica, devono essere utilizzate solo dal personale medico che opera con infetti in quanto l'esalazione di chi la indossa non è filtrata e quintino proteggono chi è attorno.

Fonte Altroconsumo.it:
https://www.altroconsumo.it/salute/cura-della-persona/news/coronavirus-mascherine










STEP #10 NEL CINEMA



Parliamo in questo post di cinema, così abbiamo selezionato il film "Wanted", la storia fantascientifica di Weasley Gibson (James McAvoy), un mediocre impiegato d'ufficio, maltrattato al lavoro e dagli affetti, con pesanti crisi d'ansia; fino a quando un giorno una sconosciuta Fox (Angelina Jolie) lo avvicina affermando che il padre che non aveva mai conosciuto era stato ucciso e inoltre si trattava del più grande sicario di tutti i tempi e che la vita di Weasley è in pericolo perché l'assassino di suo padre stava per fare lo stesso con lui. In seguito Weasley deciderà di unirsi alla "confraternita", ovvero il club di sicari a cui apparteneva il padre per vendicare  la sua morte ; mentre si allena scopre che le sue crisi d'ansia in realtà sono una capacità congenita "di famiglia" che gli permette di concentrarsi ed esplodere colpi con un incredibile precisione (tale da sparare alle ali delle mosche senza colpire altro).

La parte che interessa il nostro blog è la "confraternita" poiché questa non uccide per denaro ma secondo un fine benevolo, infatti la confraternita è in possesso di un telaio, il quale tesse animato dal volere del fato e, attraverso la decifrazione delle imperfezioni della tela tessuta, il leader della confraternita Sloan (Morgan Freeman) ricava i nomi delle persone che devono essere giustiziate.

"Uccidine uno e forse ne salverai mille"
 il motto della confraternita.


Riportiamo l'estratto in cui Sloan presenta il telaio a Weasley (tutti i diritti vanno a Universal Pictures)



sabato 11 aprile 2020

STEP #09 NELLE ARTI FIGURATIVE



La ricerca del "tessere" nelle arti figurative ci riporta ad un argomento già trattato ovvero la tela di Penelope dell'Odissea; infatti Leandro Bassano ci propone la sua "Penelope" atta a tessere il telo funebre. I crediti della fotografia vanno a Web Gallery of Art
https://www.wga.hu/frames-e.html?/search.html



Titolo: Penelope
Autore:Leandro Bassano
anno: 1575
tecnica: olio su tela
luogo: Museo delle belle arti e dell'archeologia, Renna, Francia
dimensioni: 92x85 cm

STEP #08 NEL MONDO ANTICO





In questo post esamineremo la presenza della tessitura nella storia antica, quindi andando a prendere in esame i principali popoli vissuti tra il 3500 a.C.  e il 500 d.C.
Questo post non si propone di essere esaustivo sulla materia, la quale richiederebbe una trattazione estremamente vasta, ma bensì una generale carrellata delle tappe più significative; durante la lettura segnaleremo eventuali approfondimenti che il lettore potrà arbitrariamente decidere di approfondire per completare a piacere con gli argomenti di maggiore interesse.

I PRIMI STRUMENTI
Il primi elementi tessili, comuno a tutti i popoli, erano la conocchia (o rocca) e il fuso impiegati per il filare: sostanzialmente il compito della rocca era quello di reggere la matassa durante la filatura e lasciare libere le mani del filatore. Si trattava di un bastone con una gabbietta in cima attorno al quale si legava la massa; poteva essere fatta di canna o un qualsiasi tipo di legno. Inoltre un laccio o un anello che tenesse la matassa compressa.
Una conocchia



MEDIORIENTE
Partiamo con i Sumeri i quali erano soliti vestirsi con un capo chiamato "Kandis" ovvero una sorta di vestito monospalla lungo fino alle caviglie impreziosito a volte da ricami.
 Questo tipo di vestiario fu adottato da moltissime popolazioni. La kandis degli Assiro-Babilonesi era tendenzialmente più elaborata e presentava frange e drappi; inoltre l'abito diventa indicatore del prestigio sociale essendo composto di materiali più o meno ricchi a seconda della ricchezza del singolo individuo.
 Più evoluti ancora i Persiani, che portavano una Kandys corta sotto la quale indossavano i pantaloni, chiamati Anaxyrides, e sopra a tutto un mantello molto lungo con bordi in pelliccia, annodato sul davanti con dei lacci.

La porpora - storia e tecnica - Studia Rapido
I Fenici furono un popolo dall'inclinazione mercantile,  e seppero arricchire il loro abiti con pregiate stoffe e colori vivaci; sopratutto la porpora, la quale si può ricavare da un mollusco (immagine a destra) fu una colorazione estremamente apprezzata da moltissimi che rappresenterà a lungo ricchezza ed eleganza.




CINA
La Cina fu la prima ad apprendere la lavorazione della seta si pensa attorno al 3000 a.C. la quale si otteneva tramite la bachicoltura. La sua richiesta fu sempre crescente e questa divenne ben presto un materiale di lusso adibito al vestire i personaggi più importanti e ricchi come gli imperatori. Essa si prestava molto bene a formare tessuti, ad esempio il velluto.

Riportiamo il link di Wikipedia per una trattazione a 360 gradi sulla seta
https://it.wikipedia.org/wiki/Seta

GIAPPONE
Kimono Tradizionale Giapponese Samurai Costume Delle Donne Dell ...L'abito più conosciuto è il kimono, che significa significa “abito” ne esistono numerose varietà ed utilizzato ancora oggi anche se in rare occasioni. La parola kimono significa letteralmente “vestito” e cominciò ad essere utilizzata nel 19° secolo per distinguere gli abiti giapponesi da quelli degli occidentali detti yōfuku. Si ottiene dall’unione di pezzi di tessuto rettangolari, questo non esalta le curve del corpo come tendono a fare gli abiti occidentali: al contrario le nasconde completamente.
(un esempio ci kimono sulla destra)
                                                                                   

Un interessante approfondimento su tutte le tipologie di abito giapponese
http://www.casazen.com/giappone_tradizionale/tessuti_giappone.htm
Sui vestiti e sul kimono
http://www.casazen.com/giappone_tradizionale/vestiti_giapponesi.htm
http://www.casazen.com/giappone_tradizionale/kimono.htm

AMERICA
I loro abiti di uso quotidiano erano molti semplici: le donne indossavano sottane lunghe fino al ginocchio e gli uomini perizomi; di solito, entrambi i sessi non si coprivano il petto e la schiena. In particolari occasioni, gli uomini portavano i gambali, pezzi di stoffa lunghi e larghi, avvolti attorno a ciascun arto inferiore e sostenuti da giarrettiere appese alla cintura. Se faceva freddo, per proteggersi uomini e donne si gettavano sulle spalle il matshigoté, una specie di mantello.
Iconico è certamente il copricapo di penne: questi copricapi venivano indossati in occasione di cerimonie, danze e parate, qualche volta si portavano anche in battaglia, come dimostrazione di coraggio: infatti, essendo molto vistosi, rendevano coloro che osavano esibirli un facile bersaglio per
 il nemico.


abiti indiani grandi pianure (un esempio di "falda" la parte superiore di una veste a due pezzi)


EGITTO
Il forte caldo che caratterizava la regione di sviluppo degli egizi impattò fortemente sul loro vestire i quali prediligevano vesti molto leggere: gli uomini gonnellini o perizomi che solo in seguito si allungarono fino alle caviglie, il torace spesso era coperto da un tessuto di lino e inizialmente non venivano indossate calzature, successivamente fu introdotto il sandalo. Le donne invece indossavano tuniche lunghe a talvolta aderenti le quali si arrichirono di disegni e colori con il passare del tempo.
I faraoni indossavano vesti diverse rispetto al popolo perché doveva simboleggiare il loro legame con il divino e l'elemento più significativo era il copricapo.
L'egitto è anche il più antico "produttore" di arazzi del mondo e in particolari quelli scritti in lingua "copta" mostravano una notevole abilità di tessitura di disegni complessi.

Ecco un piccolo approfondimento che si collega all'ambito della moda
https://www.aton-ra.com/egitto/approfondimenti-antico-egitto/42-approfondimenti-egitto-vari/239-tessuti-moda-abiti-antico-egitto.html

GRECIA
Le vesti greche erano anche loro molto semplici, non venivano cucite bensì drappeggiate attorno al corpo e in linea di massima non vi erano grosse differenze tra i due sessi.
Anche se molto simili tra loro esistevano due principali tonache, una per gli uomini e una per le donne: rispettivamente il chitone e il peplo. Il primo era una lunga tunica di lana con un'unica cucitura altezza spalle. Il peplo era anch'esso una tonaca e arrivava fino alle caviglie talvolta arricchito con qualche dettaglio di natura orientale (il polos), il senso veniva sostenuto da una fascia la quale serviva anche a coprire l'apertura del vestito.
Il copricapo anche era molto utilizzato per ripararsi dai forti raggi solari.


ROMANI
Concludiamo il nostro percorso con la civiltà romana, qui le differenze tra uomini e donne sono più nette. Gli uomini indossavano la tunica o la toga, quest'ultima era riservata ai cittadini romani, erano quindi esclusi gli stranieri e gli schiavi e anche chi era esiliato ne perdeva il diritto; per tutti gli altri rimaneva la tunica. I materiali più utilizzati erano lana e lino, e per i più ricchi seta e cotone, in genere ci si vestiva con due tuniche una sopra l'altra, una intima (subucula) e un'altra esterna (tunica exterior).
Per quanto riguarda le donne, analogamente ai greci anche loro utilizzavano una fascia per il seno e un perizoma, per il resto del corpo anche loro indossavano due tuniche ma con qualche variazione, in genere la seconda non arrivava fino ai piedi. Per le giovani spose esisteva la "recta" una tunica bianca più succinta e sprovvista di maniche.
Riportiamo la pagina di Wikipedia fonte per una completa trattazione dell'argomento:
https://it.wikipedia.org/wiki/Abbigliamento_nell%27antica_Roma


ULTERIORI LINKS
Segnaliamo un ulteriore approfondimento il blog "Abbigliamento nel tempo" raggiungibile tramite questo link il quale tramite opere interattive affronta un interessante approfondimento sui tessuti, le materie prime e i commerci nelle popolazioni antiche.


STEP #07 NELLA POESIA



Proseguiamo il nostro percorso letterario rivolgendoci in ambito poetico e, sebbene il tessere si appresti molto bene a formare figure retoriche, come abbiamo visto nel post etimologico, grazie anche al suo significato secondario figurativo, abbiamo deciso di selezionare un'opera in cui la tematica del tessere è centrale: trattasi de 'La Tessitrice' di Giovanni Pascoli:


"Mi son seduto su la panchetta
come una volta... quanti anni fa?
Ella, come una volta, s’è stretta
su la panchetta.

E non il suono d’una parola;
solo un sorriso tutto pietà.
La bianca mano lascia la spola.

Piango, e le dico: Come ho potuto,
dolce mio bene, partir da te?
Piange, e mi dice d’un cenno muto:
Come hai potuto?

Con un sospiro quindi la cassa
tira del muto pettine a sè.
Muta la spola passa e ripassa.

Piango, e le chiedo: Perchè non suona
dunque l’arguto pettine più?
Ella mi fìssa, timida e buona:
Perchè non suona?

E piange, piange — Mio dolce amore,
non t’hanno detto? non lo sai tu?
Io non son viva che nel tuo cuore.

Morta! Sì, morta! Se tesso, tesso
per te soltanto; come, non so:
in questa tela, sotto il cipresso,
accanto alfine ti dormirò. "

 (La Tessitrice, Canti di Castelvechio, Giovanni Pascoli, Fonte: wikipedia);


L'autore è tornato a San Mauro dove è nato e incontra una ragazza tessitrice che conosceva, e le domanda di come ha potuto lasciarla, purtroppo ella non le risponde "non il suono d'una parola". La ragazza invita il poeta a sedersi accanto a lei sulla panchetta e mentre tesse al telaio senza far alcun rumore. Pascoli piangendo si domanda sul come ha potuto andarsene e lasciarla. Subito dopo chiede alla ragazze come mai è cosi silenzioso ("perché non suona?") e lei gli risponde piangendo che vive solo nei suoi ricordi che quando anch'egli sarà morto di lei non rimarrà nulla, ben presto la verità è rivelata: in realtà è morta già tempo fa e questo più che essere un dialogo è un monologo interiore del poeta in cui riflette sulla morte che ha partecipato a tutta la sua vita strappandogli via moltissime persone a lui care devastando "il nido"; tornare a San Mauro purtroppo non gli permetterà di ricostruire gli affetti perduti.


domenica 5 aprile 2020

STEP #06 NELLA NARRATIVA



Approfondiamo ora il Collegamento introdotto nel primo Step con il Decameron, la più illustre opera in prosa di Giovanni Boccaccio.

La copertina originale

L'OPERA (IN BREVE)
Narra le vicende di 10 ragazzi di buona estrezione sociale che, per sfuggire dall'ondata epidemica di peste del '300, decidono di isolarsi per 10 giornate fuori città in una casa di campagna. Le loro giornate sono scandite da giochi, balli, preghiere e racconti; questi ultimi assumono la un ruolo chiave in quanto il vero e proprio oggetto di indagine dell'opera: la società nella sua eterogeneità.

LA TEMATICA

Ciò su cui ci sofferemeremo noi in questo post è la trama di fondo (quella dei ragazzi insomma), che si può definire come una "cornice narrativa" dell'opera; questo perché essa permette alle varie novelle di essere narrate (come un sistema operativo di un moderno computer che gestisce i vari applicativi della macchina), coordina quando e da chi ciascuna storia verrà esposta.

Il "tessere" dunque è in senso astratto: non è un azione fisicamente compiuta da uno dei personaggi, ma tutti quanti insieme raccontando le loro novelle "tessono" quella che risulta essere un'opera molto coesa che non da mai l'impressione di essere un'aggregato di racconti indipendenti. Tutto ciò risulta possibile grazie al'astuto espediente narrativo adottato dal Boccaccio, la cornice narrativa dal quale partono e terminano le novelle e dunque si collegano; se vogliamo si può osservare un interessante parallelismo con il telaio da tessitura e quindi con la pratica del tessere.

LA PUBBLICITA' DELLE MACCHINE DA CUCIRE

L'obiettivo di questo post è completare il discorso pubblicitario cominciato nello step #05  presentandovi qualche elemento pubblicitari...