sabato 28 marzo 2020
STEP #01 BIS- Origini
Nella lingua italiana il termine "tessere" è stato impiegato da illustri poeti quali Giovanni Boccaccio nella suo "Decamerone" ("queste cose tessendo, né dal monte Parnaso né dalle Muse non mi allontano"), e ne "Le Grazie" di Ugo Foscolo ("viene Ultima al rito a tesser danze all’ara"), sino ad arrivare al ben più contemporaneo Gabriele D'Annunzio ne "Forse che si forse che no" ("i balestrucci a stormi tessevano e ritessevano l’azzurro tra il duomo e la rocca").
Dal participio passato del verbo latino tĕxĕre, da cui "tessere" discende, deriva invece la parola testo (textus o in forma neutra textum), il cui significato primo è l’insieme di enunciati che compongono un’esposizione orale o scritta, come una lettera o una canzone, e allora sono anche le parole di un film o di un pezzo teatrale, oppure di un copione, di un discorso, di uno scritto. Ci sono allora i testi sacri, quelli classici, quelli osceni o fondamentali e qui dunque la parola sta per libro, opera, scritto, volume. Fare testo significa avere indiscutibile autorità, contare, fare scuola.
Per quanto riguarda il francese originariamente vi era la parola "tistre" poi mutata nel moderno "tisser"
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