giovedì 28 maggio 2020

STEP #20 UN MATERIALE


Nel post di oggi riprendiamo il discorso sulla seta menzionato nello step #12, le fonti di questo argomento provengono dal corso "Storia della Tecnologia" del Politecnico di Torino tenute dal professor Vittorio Marchis.

LE ORIGINI E LA DIFFUSIONE

Percorsi principali della Via della Seta
Le prime popolazioni a scoprire di poter utilizzare le bave del baco per creare dei tessuti furono quelle orientali, in particolare nelle terre dell'attuale Cina era una tecnica già nota intorno al 3000 avanti Cristo. Le peculiarità della seta la rendono un materiale molto richiesto cosicché la sua importazione in occidente avviene già ad opera dei Romani a partire dal secondo secolo avanti Cristo tramite la celeberrima Via della Seta: un insieme di percorsi carovanieri lunghi più di 8000 kilometri attraverso i quali le merci venivano spostate tra oriente e occidente; ovviamente la seta era solo uno degli innumerevoli commerci ma il nome fu attribuito dal geografo  Ferdinand von Richthofen nel 1877 e rimarrà come tale fino ai giorni nostri. Si trattava di un percorso estremamente battuto e fondamentale per le economie locali e quindi in continua evoluzione, nel sedicesimo secolo vediamo la comparsa di tratte marittime, implementando maggiormente le possibilità di commercio.

CARATTERISTICHE DEL  BACO DA SETA

Cio che rende la seta un materiale cosi pregiato consiste nell'elevata mole di lavoro richiesta per ottenere la materia: infatti la seta è il bozzolo che il bruco fa prima di diventare una farfalla e quindi
Alcuni bozzoli
servono moltissimi bozzoli (e quindi bruchi) per produrne anche un esiguo quantitativo, ovviamente il baco per massimizzare il raccolto deve essere ucciso prima che possa diventar farfalla, cosicché non mangi il bozzolo tanto pregiato; per rendere un'idea delle quantità un bozzolo "srotolato" può arrivare a misurare fino a 1000 metri, tuttavia per avere uno spessore accettabile servono circa 12 bozzoli combinati. Vi è pero un altro elemento di pregio di questo tessuto che lo rende cosi apprezzato: infatti presenta delle tossine che, originariamente utile all'animale per non farsi mangiare durante la metamorfosi in farfalla da altre bestie, permette al abito di non essere affetto da eventuali animali quali tarme di consumarlo (come può accadere ad esempio per la lana).

LA LAVORAZIONE DELLA SETA

Partiamo dal principio. In Europa per avviare una produzione di seta (come avverrà nel diciassettesimo secolo nel nord d'Italia) era necessario acquistare i bachi: questi stanno alla base del processo perché la bava che secernono è essa stessa a fare parte del filato. Il nutrimento che doveva essere fornito ai bruchi andava coltivato: si tratta del Gelso, l'unica pianta di cui si nutrono. Possiamo individuare principalmente due fasi.

1. Allevamento
  Il baco viene allevato su appositi graticci: le foglie di Gelso, precedentemente macinate, vengono disposte sui vari ripiani e i bruchi sono lasciati liberi su di essere. E' necessario aggiungere spesso

nuove foglie visto che costituiscono l'alimentazione  del baco e quindi vengono consumate
un primo piano dei bachi nei graticci
rapidamente. Quando il baco è cresciuto abbastanza, si creano delle ramaglie in cui vengono messi, questo per simulare l'habitat ideale di nidificazione. Appena i bozzoli sono formati vengono raccolti nella maggior parte per essere sottoposti a gas tossici, in modo da uccidere i bachi. La restante parte viene lasciata trasformare in farfalla in modo che i pochi superstiti possano riprodursi e quindi creare le generazione successiva.


2. Filatura
  A questo punto è tempo di sciogliere i bozzoli, e per dipanare le matasse senza distruggerle è necessario sciogliere la sericina cioè la proteina che tiene unite le varie fibre; per fare ciò si adopera il
Procedura di dipanamento a caldo
calore: si immergono i bozzoli in recipienti d'acqua mantenuta a 60 gradi circa. Poi vengono estratti da mani esperte che uniscono più fibre in un filo unico. Un'interessante differenza tra il metodo orientale e quello europeo si osserva in questa fase, infatti l'impiego delle bacchette per quest'ultima fase ha risparmiato ai lavoratori cinesi una tipica malattia professionale dovuta al costante contatto con acqua calda che ha afflitto invece molti operai europei. Già nel 1607 intravediamo da un libro di Vittorio Zonca i primi passi di meccanizzazione  a Bologna: il torcitoio era un locale adibito alla filatura della seta. Una struttura a tamburo conteneva i rocchetti in cui il filo veniva arrotolato. Questo tamburo poteva ruotare grazie ad un anima interna elicoidale spinta da ruote meccaniche a loro volta messe in rotazione da una fonte idraulica posta sottostante la struttura. Infine L'incannatoio permetteva di fornire la torcitura adeguata al filato e di disporlo sui rocchetti per la vendita. Tutto questo meccanismo è un chiaro esempio di protoindustrializzazione.


Torcitoio in scala 1 a 2: a sinistra l'incannatoio, sulla destra
il tamburo rotante 





















Nessun commento:

Posta un commento

LA PUBBLICITA' DELLE MACCHINE DA CUCIRE

L'obiettivo di questo post è completare il discorso pubblicitario cominciato nello step #05  presentandovi qualche elemento pubblicitari...